Gavardo 2023: la tradizionale “fantasia creativa” del presepe – FOTO
UN DIO CHE ABITA IN MEZZO ALLE NOSTRE CASE
“Il presepe è davvero un esercizio di fantasia creativa, che impiega i materiali più disparati per dare vita a piccoli capolavori di bellezza” questa espressione di Papa Francesco tratta dalla lettera apostolica “Admirabile signum” sul significato ed il valore del presepe, possiamo definirla la sintesi di quanto da ormai 31 anni si realizza a Gavardo (BS). Questo paese è legato alla Congregazione orionina perché è il paese natale di Don Alessandro D’Acunto, economo provinciale e del fratello Angelo, presidente emerito degli ex allievi e cantore della Vergine della Guardia a Tortona. Ogni anno nel borgo del paese si realizza sempre qualcosa di nuovo, dalla rappresentazione di alcuni scorci del paese, ad alcune realtà dell’Italia più significative. Quest’anno rappresentata nel presepe è stata Brescia, capoluogo di Provincia e capitale della cultura. I luoghi significativi rappresentati della città sono stati il Capitollium, centro dell’antica città romana, e il cosiddetto “Falcone d’Italia” ovvero il Castello medievale erto sul colle Cidneo a difesa e baluardo della città stessa. Si prosegue con Piazza Loggia col suo Campanile dell’Orologio, luogo simbolo del rinascimento bresciano e della dominazione veneta su Brescia. Al centro il Duomo e nella piazza principale il simbolo della città stessa, la Vittoria alata. Sullo sfondo il Monte Adamello, poco più di cent’anni fa luogo di combattimenti durante la Grande Guerra e ora monte che unisce la regione Lombardia al Trentino. Sempre da tradizione, viene celebrata da don Alessandro la Santa Messa proprio nel presepe ed in questa celebrazione si ricordano i defunti dell’anno trascorso, tra i quali sono state ricordate le sorelle “gemelle” Matilde e Iside, zia e mamma dei fratelli D’Acunto. Ecco allora che in questa ottava di Natale possiamo attraverso queste immagini contemplare il mistero dell’Incarnazione e poter anche noi alla scuola di San Francesco, aprire il cuore a questa grazia semplice, lasciando che dallo stupore nasca una preghiera umile: il nostro “grazie” a Dio che ha voluto condividere con noi tutto per non lasciarci mai soli.
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