10 ott: l’archetto Botta in visita al Santuario
Per il Santuario della Madonna della Guardia e per Tortona lo scorso sabato 10 ottobre è stata una giornata da ricordare: dopo un lungo “corteggiamento” da parte del rettore Don Renzo Vanoi e grazie alla collaborazione del restauratore bergamasco Lino Reduzzi, l’architetto Mario Botta, una delle più importanti firme dell’architettura contemporanea – insomma un “archistar”, come oggi sono definiti questi personaggi – è arrivato in visita alla Santuario orionino. Nella tarda mattinata ha poi fatto visita al laboratorio di restauro Gabbantichità per seguire l’andamento dei restauri di uno splendido dipinto del Moncalvo che verrà collocato all’interno del Santuario tortonese.
L’Arch. Botta oltre ad aver progettato e costruito in ogni parte del mondo è da sempre vicino alla causa Orionina e nel 2014 ha inaugurato il Monastero dei Santi Apostoli Pietro e Andrea, Opera Don Orione, a Lviv (Leopoli), Ucraina. Durante la visita al Santuario tortonese l’architetto si è mostrato interessatissimo all’ardita costruzione fermamente voluta da San Luigi Orione, che ha dato inizio ai lavori nel 1926 . In particolare Botta ha apprezzato tutte le finiture ed i fregi che rendono la chiesa un unicum nel suo legare una reinterpretazione decò alla struttura neo-neogotica. Le finiture, i marmi ed i bronzi lo hanno incuriosito al punto di sottolineare più volte che sarebbe necessario fare una pubblicazione che analizzi il valore architettonico e l’alta qualità espressa dagli artigiani che vi hanno lavorato. Al termine della visita ha più volte ribadito di aver ricevuto stimoli interessanti e che gli stanno “frullando nel cervello idee da concretizzare”. Nel laboratorio di restauro Gabbantichità per seguire l’andamento dei restauri di uno splendido dipinto del Moncalvo che verrà collocato all’interno del Santuario tortonese. Il grande architetto, che sembrava un ragazzino in cerca di stimoli, si è soffermato sulle opere in restauro in laboratorio chiedendo notizie sia sulle tecniche di recupero, che sulle opere stesse e, da personaggio straordinario qual è, ha scherzato e colloquiato con i restauratori come se fosse l’ultimo cliente. L’umiltà e la vivacità intellettuale di questo “grande” servirà sicuramente a chi è toccato anche marginalmente dalla sua straordinaria energia e la speranza è che Tortona possa “usufruire della sua arte”, per deliziare i contemporanei e trasmetterla ai posteri.